intervista a Guido Guerrini figura cardine di Rifondazione Comunista a Sansepolcro

intervista a Guido Guerrini figura cardine di Rifondazione Comunista a Sansepolcro

“Laurenzi ha sbagliato a non candidare persone con esperienza politica”

Consigliere comunale per diverse legislature (anche se non piene), ma anche presidente del consiglio comunale e candidato sindaco nel 2006. Fin da quando era molto giovane, Guido Guerrini è stata la figura cardine di Rifondazione Comunista, che dal 2016 ha assunto una veste più allargata con la denominazione di “Insieme-Possiamo”. E da semplice militante di “Insieme-Possiamo”, Guerrini ha contribuito alla campagna elettorale della lista, ma senza avere alcun ruolo.

Quanto rischia di pesare nel dibattito politico e consiliare la storica uscita della sinistra dall’assise comunale di Sansepolcro?

“Peserà sicuramente, perché alcune voci scomode che sono state comunque protagoniste per oltre trenta anni non avranno più una rappresentanza istituzionale. Sono veramente dispiaciuto che l’esperienza dei nostri consiglieri Alessio Antonelli e Simona Bartolo dovrà fermarsi con l’insediamento del nuovo consiglio comunale. Entrambi avevano sicuramente contribuito a rendere più vivaci i lavori consiliari e hanno cercato di ricostruire un rapporto con l’elettorato che non sempre è stato soddisfatto del nostro impegno all’interno dell’amministrazione precedente. Non siamo gli unici scomparsi dal panorama politico locale: perlomeno noi e anche i Cinque Stelle abbiamo avuto il coraggio di esserci, altri hanno preferito tirarsi indietro senza neppure rimettere il proprio nome o il proprio simbolo sulla scheda elettorale. Meglio perdere sul campo che tirarsi fuori soprattutto dopo aver governato la città. Sotto certi aspetti, è meglio una sonora batosta da analizzare anche in modo severo che sottrarsi al giudizio dei cittadini in modo opportunistico. Ci saranno comunque cinque consiglieri di minoranza eletti all’interno della coalizione di cui facciamo parte che potranno portare a Palazzo delle Laudi le tematiche che sentiamo nostre. E poi c’è il poco usato strumento della delibera consiliare di iniziativa popolare che permette, raccogliendo e autenticando firme, anche a chi è fuori dalle istituzioni di portare istanze su cui il parlamento cittadino dovrà esprimersi. In tale occasione il primo firmatario ha la possibilità di presentare il provvedimento in consiglio comunale. Il nostro statuto comunale ha previsto questo sistema per garantire l’azione politica anche a coloro che rimangono fuori dalle istituzioni. L’assenza dal consiglio comunale dovrà servire anche a ripartire da zero su molte cose e ricostruire una sinistra vera a Sansepolcro e in Valtiberina. Andrà fatto cogliendo anche la positività del recente appello di Articolo Uno e provare a mettere assieme le varie anime di sinistra cittadine, magari in una sorta di “Stati Generali” della sinistra. Non dimentichiamo che la politica si fa ogni giorno in ogni luogo, al lavoro, a scuola, quando si passeggia in un centro commerciale, quando ci si relaziona con il prossimo e non solo in aule istituzionali sempre più spesso vuote di contenuti o nei social network. Abbiamo tante responsabilità per questa sconfitta, bisogna analizzare bene ogni aspetto e usarlo per ripartire con maggiore entusiasmo di prima. Rappresentiamo una storia lunga cento anni e di certo non siamo un fenomeno passeggero come lo sono stati e lo saranno altre forze politiche, locali e nazionali, nate per cavalcare dissenso e poi scomparse nel panorama politico locale o italiano. La tradizione politica comunista o di sinistra radicale non termina con il risultato di Sansepolcro”.

Pensa che questo deludente risultato sia la conseguenza anche della mancanza di candidati di un certo peso, come per esempio l’assessore uscente Gabriele Marconcini?

“Questo è sicuramente il principale motivo dello scarso consenso elettorale attorno al progetto di Insieme-Possiamo e forse questa pesante assenza è stata anche decisiva per l’esito della sfida tra Innocenti e Laurenzi. Avere avuto un Gabriele Marconcini pronto a continuare, o almeno a completare per un certo periodo, il lavoro svolto nella precedente amministrazione avrebbe potuto spostare gli equilibri, non sono il solo a pensarlo. Non è un caso che nella coalizione Innocenti alcuni degli esponenti più in vista dell’amministrazione Cornioli si siano impegnati in modo chiaro e coraggioso per assicurare continuità al proprio percorso amministrativo. Qualcuno era anche nella coalizione Laurenzi, ma ho come l’impressione che Innocenti sia apparso più in continuità con Cornioli, raccogliendo anche alcuni frutti del lavoro dell’amministrazione uscente. Colgo l’occasione anche per smentire diverse “voci” che si sono sempre susseguite durante la campagna elettorale. La prima è ribadire che Marconcini, come Catia del Furia o il sottoscritto, facevano parte e fanno ancora parte di Insieme-Possiamo. La seconda è che la sua non candidatura è stata frutto di scelte personali e legittime maturate ad inizio estate e che non è affatto vero che gli sarebbe stato impedito di candidarsi da parte del nostro gruppo. Infine la terza, la più importante, Marconcini è una persona seria, non è un opportunista e bolliamo come illazioni le voci sul fatto che sia in procinto di assumere incarichi politici o istituzionali che sarebbero stati incompatibili con una sua candidatura a sostegno di Andrea Laurenzi. Per essere ancora più chiari non ci risulta che sia stata una scelta di opportunismo personale finalizzata ad ottenere ruoli, consulenze o preziosi incarichi tipici di personaggi alla Matteo Renzi. Se si fosse votato a maggio, come inizialmente previsto, Marconcini sarebbe stato regolarmente candidato come capolista di Insieme-Possiamo. Il rinvio delle elezioni e delle scelte di vita personali dell’ex assessore hanno cambiato le carte in tavola. Diverso il caso di Catia Del Furia, che aveva comunicato già due anni addietro la non disponibilità, sempre per scelte personali a ricandidarsi. La mancanza di membri della “vecchia guardia” in lista, quindi dei compagni più conosciuti dall’elettorato ha fatto il resto. Ritengo che Insieme-Possiamo abbia avuto il coraggio di presentare una lista bella, rinnovata e con nomi nuovi e differenziati da proporre all’elettorato. Di certo molte di queste persone potranno costruire una nuova pagina di questa comunità politica. Fra gli errori che abbiamo fatto, c’è stata la presunzione che l’elettorato voti le liste e i progetti a prescindere dai candidati presentati. Le assenze di peso hanno contribuito in modo determinante alla nostra sconfitta. Non si vive di politica ed è normale che le persone non siano disponibili a ricoprire incarichi istituzionali per lungo tempo. Bisogna prendere atto che l’attività politica a tempo pieno è ormai un lusso riservato prevalentemente a pensionati, benestanti o persone che riescono effettivamente a campare con la politica. In ogni caso, vorrei anche ribadire che in passato ci siamo sempre opposti alle riforme elettorali che tagliavano seggi e rappresentanza al consiglio comunale in nome dei tagli ai costi della politica. Siamo passati in trenta anni da trenta a venti consiglieri per poi scendere a sedici. Di questi dieci vanno alla maggioranza e sei se li devono dividere tutte le opposizioni. Il 39% di Innocenti prende dieci seggi, il 61% che rappresenta il resto della città sei. Qualcosa non va nel sistema elettorale e lo dicevamo anche quando riuscivamo ad eleggere i consiglieri. Ricordiamo che a Sansepolcro un consigliere comunale percepisce più o meno 500 euro lordi all’anno. Non sono questi i costi della politica che dovevano essere tagliati”.

Con il senno di poi, non sarebbe stato il caso di tentare l’alleanza con il 5 Stelle e soprattutto con il Psi?

“Sicuramente. E c’è stato anche il tentativo ma i Cinque Stelle ad un certo punto del percorso non si sono sentiti in sintonia col il candidato e col progetto, nonostante avremmo potuto convergere su aspetti programmatici che ci vedono molto spesso concordi. Il Psi ha preferito fin da subito confrontarsi anche su altri tavoli; alla fine, ha fatto la scelta forse più interessante e che probabilmente gli assicurasse ruoli istituzionali. Sono molto contento che siano riusciti ad eleggere un consigliere comunale di origine albanese che li rappresenterà in consiglio comunale sugli stessi banchi di forze politiche in passato decisamente ostili a questa comunità. Tre anni fa Desara Muriqi, oggi Angjelin Vata, entrambi in partiti che si richiamano alla sinistra e questo è un importante segnale che in questa città l’integrazione e l’inclusione sono possibili. La coalizione a sostegno di Andrea Laurenzi aveva tutte le carte in regola per vincere e provare a far fare un salto di qualità alla città, soprattutto nei modi di concepire la partecipazione alla costruzione di idee e progetti. Fondamentale non disperdere il capitale umano messo assieme da Laurenzi in questi mesi, come il salvaguardare la rinnovata unità della sinistra”.

La vittoria di Fabrizio Innocenti, al di là della caratura della persona (che alle comunali conta molto), è espressione di un orientamento politico dei biturgensi che sta virando sempre più verso il centrodestra?

“Ci sono tante possibili chiavi di lettura. Sansepolcro è già da tanti anni una città che guarda a destra e anche con molte persone che in passato votavano a sinistra che oggi sono schierate dalla parte opposta. Scelte legittime ed in alcuni casi decisamente supportate dall’elettorato che ormai è abituato a cambiamenti di ogni genere. Assieme a questo, mi è sembrato di percepire anche una frattura generazionale fra liste e sostenitori di Laurenzi e quelli di Innocenti. Gli slogan delle due coalizioni “La città di tutti” e “Borgo al centro” rendono perfettamente l’idea di cosa voglio cercare di spiegare. Col senno di poi, mi sento di dire che alcuni errori sono stati fatti nella coalizione di centrosinistra. Fra questi, è stato sbagliato non candidare nessuna delle persone con esperienza politica, da tutte le aree presenti nel gruppo Laurenzi, che avrebbero potuto rendere più forte un senso di appartenenza dell’elettorato. C’erano più ex comunisti all’interno delle liste di Innocenti che in quelle di Laurenzi. Forse la proposta di giunta avrebbe dovuto tenere anche conto, non tanto di Insieme-Possiamo ridimensionata dal voto, ma di quella tradizione di chiara sinistra che dovrebbe essere nel dna anche del Partito Democratico. Non bastano i simboli, ci vogliono sia persone nuove che altre che portano con sé valori ed esperienza. Sia Laurenzi che Innocenti erano proprio per questo due candidati ideali: hanno governato entrambi, hanno fatto opposizione entrambi ed erano due persone pronte a fare il Sindaco già al primo giorno dopo l’insediamento”.

In che modo dovrà regolarsi l’opposizione nei confronti della nuova maggioranza?

“In modo intelligente e costruttivo e con la consapevolezza che non sono andati a votare il 40% dei cittadini già al primo turno. C’è da recuperare un rapporto con la città compromesso negli ultimi decenni. Questo va fatto assieme. Poi l’opposizione dovrà vigilare, proporre ed essere severa quando ci sarà bisogno di farlo. Spero che Innocenti sia un sindaco che sappia ascoltare anche coloro che sono stati avversari durante la campagna elettorale e che ci sia maggiore vivacità politica rispetto alle ultime due consiliature. Sia Laurenzi che Innocenti dovrebbero aver chiaro che la macchina comunale ha bisogno di una forte riforma e su questo dovranno supportarsi a vicenda. Detto in modo chiaro, ritengo che alcuni obiettivi programmatici non raggiunti sia da Daniela Frullani che da Mauro Cornioli siano anche dovuti a difficoltà ad oliare nel modo giusto il motore del Comune”.

La sinistra a Sansepolcro sta andando verso una lenta estinzione, oppure ancora si può fare qualcosa?

“Il fatto che la sinistra a Sansepolcro abbia avuto una rappresentanza istituzionale fino a pochi giorni fa è sintomo di un vivacità politica persa molto più tardi rispetto a tante altre realtà italiane. Non è certo la perdita della rappresentanza istituzionale ad estinguere una esperienza politica che ha molte cose da dire. Essere comunisti o rappresentare idee di sinistra radicale non è la stessa cosa di piegarsi alle mode del momento o alle parole d’ordine dei nostri tempi. I comunisti esistono in Europa dalla metà del diciannovesimo secolo ed in Italia come forma di partito organizzato da cento anni esatti. I comunisti hanno qualcosa da dire, da proporre per portare avanti un progetto di società più giusta, dove le disparità sociali siano minori rispetto a quello che sta succedendo in gran parte dell’Italia o del mondo negli ultimi trenta anni. Dalle ultime elezioni è comunque uscito un vivace gruppo di persone che non hanno alcuna intenzione di fermarsi dopo la sconfitta di Insieme-Possiamo. Da qui si deve ripartire, cogliendo anche la positività del recente appello di Articolo Uno e provare a mettere assieme le varie anime di sinistra cittadine, magari partendo proprio dall’analisi della sconfitta in una sorta di “Stati Generali” della sinistra. Quello che a Sansepolcro siamo riusciti a fare negli ultimi trent’anni è proprio il formare – e non improvvisare – una classe politica fatta di persone competenti mature e con la voglia di non fare estinguere questa esperienza politica. Noi siamo diversi da molte altre forze politiche che invece tendono sempre di più ad assomigliarsi e fare politiche sempre più simili”.

Fonte: Saturno Notizie