Insieme Possiamo: “Acqua, dieci anni dal referendum e a livello nazionale nulla si è mosso”

Insieme Possiamo: “Acqua, dieci anni dal referendum e a livello nazionale nulla si è mosso”


“Passi avanti solo grazie ad alcuni amministratori locali, come sui rifiuti dove coraggiosamente si è arrivati alla bocciatura dello strumento che determina le tariffe”


Sono passati dieci anni dal referendum sulla ripubblicizzazione dell’acqua e a livello nazionale in questo lungo lasso di tempo nulla si è mosso. Neppure la vittoria delle elezioni del Movimento 5 Stelle è riuscita ad imprimere una svolta e ad oggi questo tema continua a non comparire tra le priorità dell’ennesimo “nuovo” governo.

Dieci anni di omertoso lassismo che dimostrano quanto nel Paese gli interessi di pochi continuino a prevaricare una precisa e inequivocabile volontà popolare. E questo purtroppo non può che mortificare la democrazia, acuendo quel distacco che già si avverte tra i cittadini e le istituzioni che dovrebbero rappresentarli.

Il fatto è che se ce ne fosse stata la volontà, tutte le forze politiche nazionali avrebbero potuto attuare l’esito referendario di dieci anni fa. Tutte tranne, ovviamente, quelle che da tempo sono state disinnescate dalle soglie di sbarramento. Meno male che qualcuno che in questi anni ha saputo sollevare una voce critica su questo tema c’è stato: partiti più piccoli immuni ai giochi di potere, comitati, associazioni di categoria, movimenti di cittadini.

Scendendo al livello regionale, in Toscana rimangono grosse criticità legate alle Legge Regionale 69 del 2011, ma al di là di ciò qualche passo in avanti è stato compiuto, soprattutto grazie ad alcuni amministratori locali che si sono sempre distinti con prese di posizione nette e coerenti. Tra queste non possiamo non ricordare quelle più volte espresse dal nostro Comune per voce dell’assessore Marconcini.

Del resto sul fronte dei beni comuni nei territori qualcosa in questi anni è cambiato veramente. Una riprova di ciò sì è avuta di recente anche nell’ambito dei rifiuti: durante l’ultima assemblea dell’ATO i voti contrari di molti amministratori hanno impedito di approvare il PEF da cui si costruisce la TARI. Pur di dare questo segnale forte e sottrarsi a logiche di bieco accentramento, i rappresentanti dei comuni hanno accettato di andare incontro a conseguenze piuttosto imprevedibili. Soltanto questa azione ha dunque richiesto una dose di coraggio che in dieci anni a Roma nessuno ha dimostrato di avere.